Scelta del Turismo
Scelta del turismo. Ho letto con molto interesse un post su facebook di un utente che si lamenta della retroguardia in cui vive il nostro turismo e devo dire che capisco profondamente la sua rabbia. Uno sfogo interessante mi ha offerto spunti di riflessione diversi. Mi ha fatto riflettere portandomi ad alcune considerazioni che vorrei condividere.
In primo luogo sono d’accordo sul fatto che siamo un po un passo indietro, non su tutto però. In linea di massima prevale il concetto che non sappiamo sfruttare al massimo le nostre potenzialità, ma anche questo è un vecchio concetto sul quale troviamo opinioni discordanti. Come sempre, c’è chi la pensa in un modo e chi non solo in un altro, ma anche in quello diametralmente opposto e allora???
Il post in questione è stato poi infatti riportato su un gruppo portercolese e anche se l’utente è di Orbetello, è ovvio che nei suoi riferimenti esprime opinioni su tutto il territorio della costa compreso l’Argentario. E come ogni anno spunta come un iceberg, questo dilemma del turismo e come possiamo sfruttarlo al meglio.
Sfogarsi è giusto, liberatorio, e nel profondo dell’animo tutti noi, me compreso, spesso abbracciamo quel pensiero nella scia emotiva, ma è evidente che non si tratta di una matassa semplice da sbrogliare e per molti motivi.
Muovere delle critiche è giusto, ma essere propositivi staccandoci dalla nostra soggettività collegando non solo pensieri noti ai più, ma anche necessità probabili, impellenze oggettive, desideri e bisogni a noi poco conosciuti da chi non scrive mai nemmeno su FB e partecipa solo a riunioni, conferenze associative. Insomma, la materia è scottante, insomma, non è facile.
Essere critici e dire che qualcosa non va è sempre giusto, anche solo per averlo detto o scritto apertamente può causarti qualche inimicizia se non peggio.
Il difficile non è muovere delle critiche, pur giustissime, ma essere anche solo minimamente propositivi, suggerire soluzioni che vadano bene per tutti e non solo per alcuni.
E’ necessaria una visione di insieme di dimensioni gigantesche, ammettere di non averla è già un atto di umiltà che permette di avvicinarsi alla soluzione o almeno di mettersi sulla strada giusta per capire come trovarla.
Mettersi li a pensare che cosa può essere meglio per un commerciante per esempio, già prevede non solo una semplice volontà di occupare un po del nostro tempo a pensarci, ma anche di riconoscere umilmente di non avere a disposizione una certa, enorme mole di informazioni per farsi un’idea e neanche tanto precisa.
A meno che, chi fa questa cosa non sia il commerciante stesso, perché nessuno meglio di lui sa come vanno le cose, ma per la sua realtà non certo quella del pizzaiolo o dell’albergatore. “Lui” sa a memoria il suo bilancio, può confrontarlo con quello degli anni o dei mesi precedenti, farsi anche su due piedi un grafico a mente e vedere dove punta il destino della sua azienda. Nessuno sa meglio di lui cosa sarebbe meglio per la sua azienda, per la SUA, e per quella accanto alla SUA?
Eeeehhh e qui le cose si fanno “pagliose”, come si dice da queste parti.
Un sindaco o un assessore può prendere una decisione (si spera dopo aver raccolto la più ampia quantità di informazioni) che può andare bene per un gruppo e non per un altro, per un certo numero di commercianti, ma magari non per l’associazione degli Amanti del Rospo del Guatemala. A volte può anche essere costretto ad assumere decisioni che vadano contro una serie di persone che costituiscono quasi il 100% della popolazione, compresi i suoi elettori, solo perché gli viene imposto da un legge di Stato.
Quando succede che una decisione che riguarda il turismo possa avere dei benefici per tutti?
E chi lo può sapere? Abbiamo visto amministratori che si sono cimentati con questo dilemma per decenni e decenni senza effettivamente riscontrare il consenso reale ed effettivo di tutti, e questo è ovvio perché non si può accontentare tutti, ma la maggioranza sì, anche se è pure vero che certe soluzioni distanti o fuori schema possono anche sorprendere la cittadinanza e a chi si deve dare la precedenza?
Al turista? Alla struttura ricettiva? Al negoziante? All’edicola? Al pescatore?, Al ristorante? Al bar? alla discoteca?, al meccanico?, al pontilista?, al libero professionista?, A chi paga più tasse? Al giovane che vuol aprire un’azienda? A chi lavora solo d’estate? A chi c’ha i capelli bianchi? a chi ce l’ha rossi? a chi c’ha tre figli? a chi c’ha la moto? a chi c’ha il nome che comincia per A? a chi è alto 1,68? a chi c’ha il cane? a chi vuole andà in giro “gnudo”? a chi fa trekking? a chi beve birra? Ecco cosa può significare mettersi nei panni di tutti. In sostanza dovrebbe essere il mestiere del politico intesto nella sua precisa essenza e significato del termine, ma non è cosi e non lo è quasi mai stato.
Un bar preferisce incassare 100 caffè in un’ora o vendere 10 cocktails? Ma se i bar si trova alla stazione lo saprà fare un Irish Coffe prima che arrivi il freccia rossa?
Piccoli quesiti, ne potremmo trovare a centinaia, ed ognuno ha la sua ragione e il suo perchè.
Il comune dovrebbe sovvenzionare di più associazioni che creano eventi culturali di livello o quelle che organizzane concerti dal vivo con grande affluenza di gente? Che tipo di turismo vogliamo? Elite, super élite, di massa o mordi e fuggi?
Una cosa si è capita, la via di mezzo non è molto indicata e due turisti di classi differenti convivono difficilmente e certe scelte vanno fatte di comune accordo con tutti, TUTTI gli operatori del settore.
Esempio:
IL CITTADINO o l’investitore esterno deve sapere che il comune dove si trova, predilige il turismo di massa perché la maggioranza lo ha eletto per questo e allora non gli verrà mai in mente di aprire una mega SPA di lusso in mezzo al paese e al posto suo ci apri un bel Fast Food.
Ma se il comune dove risiedi o vuoi lavorare aprendo una azienda, predilige il turismo di un certo livello non aprire un noleggio di risciò sul lungomare a 5 euro l’ora perché crei solo casino, e quelli che pagano 6000 euro al mese di affitto per Agosto se ne vanno, il volere stesso dell’appartamento scende e in capo a due 3 anni lì dentro ci trovi 10 ragazzotti che si dividono 1500 euro di affitto solo per andarsi ad ubriacare sui scogli.
Noi a Monte Argentario siamo pure un caso a parte, e non parliamo di Costa d’Argento che quello che va bene per Porto Ercole potrebbe essere letale per Fonteblanda e viceversa, e di Orbetello non sappiamo manco mezza messa, se non che vivono grazie a nostro territorio.
Qualche convivenza tra il turista di massa e quello di élite sta capitando, esiste, c’è, ma è una cosa buona?
I residenti a Ercole Land e allo Sbarcatello (quartieri decentrati di super ville vicino a Porto Ercole) quante volte vengono in paese?
Vi sono stanze in agosto da 50 euro a notte, settimane di soggiorno da 450 euro e da 15.000 euro a breve distanza tra le due realtà.
Fa bene al nostro turismo, dare un appartamento appena ristrutturato anche senza vista mare con 4 posti letti a 1800 euro di agosto, a fronte di alberghi che danno stanze matrimoniali a 120/150 a notte? Per me NO. il giusto sarebbe dai 3000 in su.
Secondo la mia esperienza, di contatti continui con chi fa le richieste su bookingportoercole.it e una ricerca personale che ho effettuato nei mesi scorsi, mi sono accorto che molti proprietari non residenti di appartamenti a Porto Ercole non ci vengono più da anni, per via della confusione, del caos e della mancanza di parcheggio, allora danno in gestione a qualcuno l’appartamento che lo mette su queste piattaforme tipo airbnb, booking.com ecc ecc. e che non hanno nessuna linea di comportamento concertato con nessun tipo di turismo, svendono la struttura solo per fare cassa, abbassando notevolmente il prezzo spesso come da richiesta dello stesso proprietario.
Senza contare tutte le problematiche legate a queste piattaforme: prenotazione on line, pagamento, si presenta il tipo con il foglio stampato, tutto bene tutto ok e il giorno dopo scopri che dentro ce ne sono 15 e il più grande di tutti avrà al massimo 18 anni. (fatto realmente accaduto e non una volta sola)
Risultato?
Il turismo di massa non e che fa capolino entrando in paese, E’ GIÀ’ QUI , ma come un flagello, e senza un filtro, a cominciare dalle tariffe. E ci troviamo i weekend con un paese pieno di automobili, un aumento della delinquenza minorile, episodi di teppismo e vandalismo e come accennato sopra non pochi casi di appartamenti affittati a gruppi di giovani incontrollabili.
Anche volendo prendere quella strada la mia opinione è che non sarebbe possibile per motivi di spazi, non abbiamo molta scelta a meno di far costruire un acquapark all’entrata del paese e 10 parcheggi per non meno di 5000 posti auto. Contemporaneamente però, costruire anche una nuova caserma di carabinieri in un altro posto e mettercene dentro almeno 20. Il turismo di massa ha il pessimo vizio di portare con sé anche alcuni effetti collaterali indesiderati come prostituzione, droga, delinquenza minorile, taccheggio, violenza e reati più o meno gravi di ogni tipo, che vanno tenuti sotto controllo da un esercito di poliziotti e carabinieri.
Non abbiamo spazi, non bisogna dimenticare che un promontorio sostanzialmente è un’isola o vogliamo tornare al mattone selvaggio? Che dire? Sono scelte.
Attenzione però, una scelta sbagliata oggi potrebbe portarci a cercare di passare i prossimi 20/30 anni a cercare di rimediare all’errore.
E qui secondo me spunta l’altro problema che molti ignorano, la capacità di essere lungimiranti. una prerogativa che non deve mica appartenere solo a sindaci o assesori ma a tutti i cittadini specialmente a quelli che hanno figli.
Cito la Treccani:
Lungimirante agg. [comp. di lungi e mirante, part. pres. di mirare]. – di persona, che prevede con saggezza gli sviluppi degli avvenimenti futuri e vi provvede in tempo.
A chi ha sessanta anni o giù di lì, che cosa gli frega di scelte giuste o sbagliate prese oggi??
Gli frega e molto, se ha figli. Ma anche se non ne ha, che interesse potrebbe avere a deturpare i nostri luoghi eleggendo amministratori che propongo un turismo di massa selvaggio?
Penso che se una amministrazione di concerto con tutti gli attori promuove una serie di contatti assidui e alla fine si pone anche delle scadenze per fare la redazione di un progetto strutturato per influenzare il tipo di turismo, le soluzioni allora ci sono per tutto.
Attenzione, stabilita una tabella di marcia, chi sgarra, deve pagare.
Se all’interno d questo progetto vi sono degli interventi dovuti anche da parte di chi non fa parte dell’amministrazione questi deve pagare in qualche modo, per scoraggiare gli interessi soggettivi, le “furbate” e il desidero di accostarsi ad un progetto solo per mero e unico interesse personale senza essere lungimirante anche a beneficio degli altri.
La tendenza di un tipo di turismo può essere una scelta, ma se ignorato per lungo tempo è un fiume che negli anni diventa difficilmente controllabile e sta a noi tutti essere previdenti, accostarsi e sostenere iniziative anche innovative e associazioni operative e molto attive che di concerto al 100% con l’amministrazione, possono trovare il modo di influenzare il corso di questo fiume e farlo andare nella direzione giusta per il futuro e perché no, se serve anche prendendo decisioni ben poco popolari.
Se associazioni attive e propositive non ce ne fosse allora basta crearle, insieme all’amministrazione, che ha gli strumenti adatti per gestirla insieme a con i cittadini, i professionisti e i commercianti. Ma senza cadere nella trappola del volontariato che a mio parere, fatta eccezione di alcuni settori, in questo caso creerebbe solo inutili perdite di tempo, confusione, deprecabili personalismi e casi imbarazzanti di “primedonne” per motivi politici se non peggio.
Stessa cosa vale per le eventuali iniziative o idee super-innovative che vanno bene se diventano un vantaggio per tutti, non vanno bene se prevedono un esborso consistente delle casse del comune per poi scoprire che il figlio di quella o la moglie di quello vengono chissà come mai coinvolti in situazioni da 5.000 mila euro al mese.
Questo stesso Bookingportoercole, già lo fa e da già da qualche anno, un insieme di attori dediti al turismo che oltre a cercare il modo di incrementare la propria produttività, seguono una precisa linea guida, volendo anche insieme all’amministrazione, una tabella di marcia alla fine della quale c’è un vantaggio comune per tutti. Migliorando così il tipo di turismo in questo territorio.
Se poi si dovesse scegliere per il turismo di massa sarebbe bene saperlo prima, almeno per me personalmente, ho 55 anni, non ho figli e per me vendere tutto e trasferirmi è un battito di ciglio, non lo voglio vedere il paese prostituirsi per il menu turistico a 18 euro e le stanze a 29.90.
Alberto Bistazzoni
3/08/2018